L’ATTREZZATURA

È del tutto inutile cercare nell’attrezzatura soluzioni che essa non potrà mai dare. Perché è solo un mezzo e può portare a qualsiasi risultato, e difatti dipende da come si adopera.


La canna
: la funzione unica di una canna è lanciare. Tutto ciò che un attrezzo conferisce in più è un optional, tutto quanto sottrae un handicap. Una canna adatta alla TLT è un attrezzo che oscilla fra i sette piedi e mezzo e gli otto piedi o poco più per code del numero tre. È un attrezzo esile ma al tempo stesso rapido e tosto. Pare un fuscello, mentre in realtà è uno stiletto. E quindi in grado lanciare con efficacia e domare anche pesci di grossa taglia. E riesce a fare entrambe le cose con micidiale efficienza. Con questo equipaggiamento la TLT è in grado di ottenere le stesse prestazioni (distanze, tenuta del pesce) di attrezzi lunghi che lanciano code pesanti.
La canna TLT è sì più rigida delle usuali, ma non nella misura che può lasciar intendere la sua velocissima coda o per quanto è dato di immaginare tramite uno scritto. N5 bisella TLT la velocità scaturisce principalmente dalla dinamica del suo lancio e solo in percentuale minore dall’attrezzo. Per questo motivo una canna del genere non può essere dura, per quanto relativo e vago sia il termine. Se la velocità in questione fosse prodotta dell’attrezzo, questa canna non potrebbe proiettare una coda leggera ma una molto più pesante. Pretendere di proiettare code leggere con un attrezzo che il comune sentire concepisce rigido, oltre che tecnicamente errato, è anche una contraddizione in termini. Con la TLT viene a decadere anche l’unico motivo che giustifichi l’uso di una coda pesante. Anzi viene meno la ragione per la quale il peso è sempre stato ritenuto indispensabile.

La coda di topo: il peso ideale del lancio TLT è il numero tre. Pesi del numero due o del numero quattro, per esempio, consentono di fare quasi tutto, ma non tutto. Permettono di far bene qualunque manovra, ma non tutte nel modo migliore. Solo la coda del numero tre permette di fare qualsiasi cosa in maniera eccellente. Questo pe4 bisso rappresenta la sintesi dei vari pesi possibili. Corrisponde alla vera dimensione del peso nel sistema TLT. Ancora più importante è come il peso è distribuito. Questi è addirittura deleterio se concentrato in testa (punta della coda), proprio laddove è invece necessaria la massima leggerezza: presupposto indispensabile per portare velocità e conseguente tensione fino all’ultimo centimetro di nylon. Il peso in testa è il nemico peggiore della velocità e della tensione.

Il finale: cordone ombelicale fra il pescatore e la sua imitazione. Gran parte dei problemi che affliggono le nostre uscite di pesca, potrebbero essere risolti se potessimo modellare la coda in acqua e in aria in qualunque punto della sua lunghezza e a qualsiasi distanza. Per le tecniche tradizionali, l’unica funzione del finale è di trasmettere energia alla mosca, grosso modo l’equivalente di una cinghia di trasmissione fra coda e mosca. Per assolvere questo compito il finale deve possedere un unico requisito: distendersi. Non a caso in pesca questo oggetto è passivo. Se da una parte è sorprendente che per questa rudimentale funzione gli sia data tanta importanza, dall’altra è addirittura sconcertante constatare che anche il finale, proprio come il lancio, per queste tecniche non svolge un ruolo. Eppure, solo il finale possiede i requisiti per ovviare a quegli inconvenienti definiti limiti oggettivi del sistema elencati poco s
opra, difatti:

6 bis1) si può modellare in aria (piegare, per esempio) in qualsiasi punto della sua lunghezza e (quasi) a qualsivoglia distanza

2) si può modellare in acqua (accartocciare in spazi minimi) in tutte le fogge, in qualunque punto della sua lunghezza e (quasi) a qualsiasi distanza

3) è maneggevolissimo, flessibile e offre alla corrente massa minima e attrito irrisorio.

Grazie a queste caratteristiche, solo il finale è in grado di ammortizzare – fin quasi ad annullarli – peso e spessore della coda: i due fattori che consentono di isolare l’artifiRoberto Pragliolaciale dalla coda quando questa subisce le trazioni della corrente (dragaggio). Ecco perché il finale è la soluzione della maggior parte dei problemi che affliggono le nostre uscite di pesca, l’elemento che tramuta in positivo le negatività del peso e dello spessore della coda. In due parole, uno strumento di pesca efficacissimo. Il criterio sul quale si basa la TLT presuppone canne corte e code leggere, finali potentissimo e molto lunghi. Ancora una volta si rovesciano i termini del comune modo di intendere le cose, rispetto ai dettami delle tecniche tradizionali. Alla TLT interessa poco che un finale sia concepito per una regolare trasmissione dell’energia (bilanciamento). Interessa invece una trasmissione dell’energia in funzione dell’irregolarità con cui questa deve giungere all’artificiale: il solo modo che consente di plasmare il finale in acqua e in aria secondo le situazioni specifiche. Concepito in questa veste, il finale è la nostra arma più efficace per risolvere gran parte dei problemi della pesca.

Il finale tradizionale, dunque, serve per lanciare. Mentre quello TLT per pescare.