PESCE PALLA O TROTA RARA ?
Quel che segue, l’articolo ben scritto di Patrizia Capuano – inviato del Mattino di Napoli – ha un che di grottesco: senza niente togliere alla facoltà cognitiva del pescatore in questione, una trota non è assimilabile a un pesce palla, su questo non ci piove. Ma il sorriso che ne deriva lascia spazio a una considerazione ben più seria. Punta le luci su un tema attorno al quale, negli ultimi anni, si è girato a lungo. Su cui sono state spese molte parole. Come è possibile che un pesce del genere sia stato pescato, o comunque avvistato, in prossimità di Procida? I casi sono due, come giustamente evidenziato dal testo: un’iridea di allevamento fortuitamente fuoriuscita da un gabbione di coltura, oppure – e qui si accentuano i toni – un esemplare di Salmo Trutta natante ben lontana dai propri lidi di origine. In quest’ultimo caso, che la trota in questione provenga dal Mar Caspio o meno, si torna a ragionare di mutazioni climatiche, di interventi umani di dubbia ragionevolezza e di tutto quanto ne deriva. La fauna (e la flora nondimeno!) ne risente. Alcune bonifiche azzardate e l’innalzamento della temperatura portano la popolazione animale a migrare verso nuovi orizzonti, in cerca di condizioni più favorevoli. Da qualche tempo è veramente facile imbattersi in Pesci Serra e Barracuda sulle nostre coste. Stiamo parlando di alto Mediterraneo, in Maremma. Il Pesce Palla non è ancora arrivato, ma potrebbe – provocatoriamente – essere il prossimo ospite di un’economia ambientale alla deriva. Il punto non è se questo pesce rigido, spiaggiato sul cemento del porto, sia commestibile o meno; c’è invece da chiedersi (e a gran voce) il perché sia stato trovato in zone non consone alla sua natura.
Vanni Marchioni
MONTE DI PROCIDA. «AIUTO, C’È UN TOSSICO PESCE PALLA MACULATO», MA È UNA TROTA RARA
da IL MATTINO di Napoli di martedì 11 marzo 2014
di Patrizia Capuano
MONTE DI PROCIDA – Allarme stamattina nella darsena Marina di Acquamorta: un pescatore, nello specchio acqueo antistante l’Isolotto di San Martino, ha catturato un esemplare ittico non noto nelle acque flegree.
Temendo si potesse trattare della specie tossica Lagocephalus sceleratus, conosciuto come pesce palla maculato, è stato contattato l’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Inviata l’immagine, sono state chieste delucidazioni ai ricercatori che, dopo aver osservato la foto, hanno ricondotto l’esemplare ad una trota Salmo trutta, rara nel Mar Mediterraneoe presente soprattutto nel mar Nero, nel mar Caspio, nell’Oceano Atlantico settentrionale. «È sicuramente una trota – spiega la dottoressa Manuela Falautano, ricercatrice dell’Ispra – oltre alla specie Salmo trutta c’è la possibilità che possa essere una trota iridea Oncorhynchus mykiss di allevamento. Questo potrebbe far pensare pure ad un esemplare sfuggito da qualche impianto. La cosa rassicurante è che comunque si tratta di una specie assolutamente innocua e commestibile».
A preoccupare i pescatori montesi l’allarme lanciato lo scorso novembre dall’Ispra e dal Ministero della Salute quando, nelle acque del Mediterraneo prospicienti l’isola di Lampedusa, sarebbe stata segnalata la presenza di una specie ittica, originaria del Mar Rosso, le cui carni risulterebbero rischiose per la salute umana a causa della loro tossicità. La pericolosità di questa specie, nota da tempo, è determinata dalla presenza di tetrodotossina che ha una azione paralizzante sulla muscolatura. Non si tratta dell’esemplare catturato a Monte di Procida, una innocua trota simile al Lagocephalus sceleratus solo per le caratteristiche fisiche.