Torniamo a parlare di equità e reciprocità.
Senza tirare in ballo eventuali nostri sostenitori o detrattori e tutti gli opinionisti che occupano un posto al sole nel panorama mediatico virtuale. Oggi parliamo di verità oggettive, di concretezze incontrovertibili: molte, quante, troppe le voci che deturpano il buon nome dei lanci Angolato, Radente e di tante altre manovre proprie della TLT guardandosi bene – non dico dal riconoscerne l’altrui paternità, ma almeno – dal citarne le fonti. Torniamo a prendere le distanze da tutte queste persone e dall’eccessiva democrazia contemporanea che lo consente (internet).
Il risultato immediato (anzi, pregresso) di quanto sopra si traduce in un’inevitabile distorsione della realtà e della Tecnica, nel nobile intento di voler dimostrare di averne piena padronanza e soprattutto di averla migliorata. Confusione all’Italiana, niente di nuovo, un fenomeno nazionale che per una volta si estende al di là dei campanili e abbraccia tutta una lunga serie di non-detto da leggere tra le righe ed evincere da un sistema di invidie e delusioni personali e collettive.
Che peccato. Dalla nostra parte del fiume crediamo ancora che la condivisione degli insegnamenti del nostro Maestro Roberto Pragliola faccia parte di un percorso etico incline alla conoscenza, alla crescita tecnica, alla consapevolezza ambientale e alla salvaguardia e divulgazione di un grande paniere di beni che abbiamo sempre messo a disposizione di tutti. Non siamo avversi alle declinazioni di utilizzo della TLT, un patrimonio internazionale, ma siamo assai contrari alle sue gratuite e scellerate distorsioni.
Evidentemente non tutti la pensano allo stesso modo e del resto, mi si permetta una battuta: il potere logora chi non ce l’ha. (cit. Giulio Andreotti).Chiudo con un celebre pay-off pubblicitario, il sempreverde “diffidare delle imitazioni”.
Vanni Marchioni