Incontro con Stefano Desideri
a cura di Emanuele Costamagna
Stefano Desideri si occupa della progettazione e realizzazione artigianale di carrozzerie in vetro-resina e compositi per prototipi di auto da corsa. Ha iniziato a pescare a 8 anni nel torrentello sotto casa popolato da vaironi e trote. Nel 1994 si è avvicinato alla pesca con la mosca abbandonando tutte le altre tecniche. Da subito è rimasto affascinato sia dal gesto tecnico racchiuso nel lancio che dall’universo della costruzione, la sua specialità.
Ecco quanto ha detto a Emanuele Costamagna che l’ha intervistato.
Mettendomi al morsetto il primo dubbio riguarda la scelta dell’amo, non riesco mai a trovare sul mercato ami che posseggano le caratteristiche per me ideali per la costruzione di effimere.
Preferisco ami con occhiello orizzontale in linea con il gambo, meglio ancora se hanno un rapporto di proporzione gambo-curva rispettivamente di circa 3/5 di gambo e 2/5 di curva (es. se la lunghezza del gambo dell’amo e di 6 mm la distanza tra la punta ed il gambo deve essere di 4 mm) in modo da avere una silhouette dell’artificiale più proporzionata possibile ed una migliore penetrazione sulla ferrata, inoltre visto che siamo nel 2014, non ha più senso pescare con ami con l’ardiglione.
Per quanto riguarda l’imitazione di altri insetti, quali plecotteri e sedge, volendo mantenere una migliore somiglianza con il naturale, siamo costretti ad usare ami con gambo più lungo ma, comunque sia, l’occhiello deve rimanere sempre dritto soprattutto negli ami medi e piccoli.
Secondo me l’occhiello gioca un ruolo fondamentale; se orizzontale, riesce a mantenere l’equilibrio della trazione lineare durante la ferrata e non altera l’apertura della curva (come confermato da alcuni disegni raffigurati sulla rivista Peche Mouche n°13 del 1999). Inoltre assicura la ferrata continuando a mantenere un’ottima apertura tra punta e gambo.
Al contrario, negli ami con l’occhiello piegato verso il basso, si riscontra una minore efficienza sulla ferrata, una notevole perdita di linearità durante la trazione causata anche dalla riduzione della distanza tra punta e gambo provocando in diversi casi, la perdita del pesce.
Infine, solo per completezza di informazioni, ma da evitare, parliamo di ami con l’occhiello rivolto verso l’alto, che offrono si un’apertura importante tra gambo e punta, ma hanno un grande e fondamentale svantaggio sulla ferrata; difatti con la trazione che si sviluppa verso l’alto, innescano un effetto “bascula” che è controproducente durante la ferrata e la trazione.
In una certa misura e’ possibile risolvere questi inconvenienti, facendo passare il nylon dentro l’occhiello dalla parte opposta alla sua piegatura e legandolo direttamente sul gambo. In questo modo otterremo trazioni sicuramente più lineari che legando direttamente sull’occhiello.
Detto ciò, dal mio punto di vista, consiglio di non orientarsi esclusivamente verso il prodotto di marca, spesso sinonimo di qualità, ma legato per certi versi alle politiche di mercato e alle mode del momento. Ciò non sta a significare che vadano esclusi a priori, ma è giusto incentrare la scelta dell’amo su alcuni piccoli requisiti che possono fare la differenza, che andrò ad elencare qui sotto:
- Occhiello rigorosamente dritto;
- Giusto rapporto – proporzioni dell’apertura tra gambo e punta dell’amo (secondo l’imitazione da costruire);
- Spessore del filo appropriato ad ogni misura; che sia sufficientemente spesso da non raddrizzarsi e sufficientemente sottile da non appesantire troppo la nostra imitazione;
- Resistenza, ciò sta a significare che in commercio si trovano ami molto sottili che non si raddrizzano ma talvolta si spezzano